L’ultracentenaria relazione tra cinema e guerra, dal loro primo incontro, nel lontano 1911, in occasione dell’invasione italiana in Libia, fino ai giorni nostri.
Alternando immagini di atrocità storiche con moderne lezioni militari sull’uso delle telecamere, D’Anolfi e Parenti firmano un documentario essenziale che passa dalle profondità archivistiche alla scissione del presente. Più che una macchina onirica, il cinema diventa uno strumento statale di morte.